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Storia

  • apr 18 / 2014
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Origini

Origini

A memoria d’uomo, fin da quando l’ex giurisdizione comunale di Giubiasco era suddivisa in due comuni politici (Giubiasco e Valle Morobbia piano) è sempre esistito un coro, quantunque non ufficialmente costituito, che animava le funzioni religiose sotto la guida dell’allora organista Franceschino Padè.

Solo nel 1900 fu fondata la Corale giubiaschese, dapprima composta di soli uomini ma poi completata da elementi femminili, che si dedicò allo studio del canto per puro diletto. Grazie all’intervento del sacerdote Don Rocchi, essa s’interessò pure di musica sacra apprendendo messe e mottetti. È difficile stabilire la frequenza delle sue produzioni in chiesa, anche perché al proposito esistono notizie contrastanti. La cronaca parrocchiale ricorda unicamente l’animazione della prima messa a Giubiasco del prevosto Don Martino Imperatori celebrata il 22 giugno 1902. È da presumere che l’esecuzione di musica sacra sia avvenuta unicamente avvalendosi di elementi maschili. Quali maestri si susseguirono: Barlenghi, Baracchi, Ghirardini, Don Fattorini, Don Rocchi, Raimondo Rossi e altri ancora di cui non conosciamo i nomi.

Allorché Don Rocchi lasciò la parrocchia e a causa anche del decesso o della partenza di diversi soci influenti, il coro cessò l’attività. Nel 1913, grazie all’iniziativa di diversi elementi giovani ed entusiasti, lo stesso fu rifondato e fu diretto da Pietro Melera.

  • apr 18 / 2014
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L'opera di Pietro Melera

L’opera di Pietro Melera

Sintetizzare la vita del coro sotto la direzione di Pietro Melera è un lavoro arduo, non privo del rischio di omissioni. Possiamo dire che la persona e l’attività si fondono in un tutt’uno, dal lontano 1913 al 1971. Il coro conosce fasi alterne, in cui convivono situazioni di crisi dovute a mancanza di voci e momenti di gloria, con un notevole impegno a migliorare la qualità vocale e le conoscenze musicali dei soci.

Dai documenti risulta l’esistenza di una corale maschile, della corale del Circolo femminile e di una corale mista per i concerti. Le produzioni del coro femminile erano legate all’animazione di alcune solennità liturgiche, quali l’Immacolata e la Prima Comunione. Il coro femminile collaborò pure all’allestimento di varie operette date all’Oratorio. L’attività comune iniziò verso gli anni trenta, anche se probabilmente le esecuzioni a voci miste in chiesa datano del dopoguerra. Da allora il coro ha accompagnato i principali avvenimenti della vita parrocchiale.

Il repertorio iniziale era unicamente costituito da messe e mottetti a più voci che venivano eseguiti non solo in parrocchia, ma anche in altre chiese del cantone. Bottazzo, Perosi, Picchi e Vittadini erano fra gli autori delle musiche maggiormente interpretate. In seguito il coro non tardò a studiare brani profani anche parecchio difficili, attinti dal vasto repertorio operistico, specialmente quello dei grandi compositori italiani particolarmente amati da Pietro Melera.

L’apprendimento di queste pagine permise alla società di prodursi in diversi concerti, talvolta avvalendosi della collaborazione del locale Circolo orchestrale diretto da Matilde Pedrazzoli, oppure facendosi accompagnare al pianoforte dalla pianista Anna Reeringh o dalla stessa Pedrazzoli. Il primo concerto si tenne domenica 1° aprile 1934, solennità di Pasqua, nel vecchio salone parrocchiale.

 

“Il concerto vocale dato nell’ampio salone parrocchiale, la sera della solennità di Pasqua, dalla corale mista composta da una trentina di buoni elementi, diretta dall’instancabile signor Pietro Melera, ha avuto un ottimo successo. Fu una vera rivelazione per la popolazione del Borgo e per i numerosi spettatori accorsi dai Comuni viciniori. (…) Auguriamo alla promettente corale cattolica di Giubiasco di preparare presto un altro concerto pari a quello dato domenica scorsa.”

(Da Popolo e Libertà del 4.4.1934)

 

Il coro misto ha annoverato pure, fra le sue attività, una collaborazione data alla Sezione Esercito e focolare. Nel 1939 furono incise delle canzonette su dischi 78 giri che servivano poi alla trasmissione radiofonica per la truppa. Si trattava di composizioni o armonizzazioni su canti popolari del maestro Waldes Keller. Purtroppo conosciamo con certezza solo tre dei brani proposti: Campane a sera, Il mitragliere e Sentinella malinconica.

Il discorso sul repertorio può ancora essere approfondito con la lettura delle locandine dei concerti e dei commenti sulla stampa. Le scelte operate si sono adeguate al gusto dell’epoca in cui il “bel canto”, concepito per esecutori professionisti, diventava parte del patrimonio popolare.

L’ultimo concerto di questo periodo ebbe luogo il 1°ottobre 1960, in occasione dei festeggiamenti per il 20° del nuovo salone parrocchiale.

È da rilevare che il provento di queste serate fu in parte destinato alla costruzione dell’oratorio.

Un altro grosso sforzo compiuto in quegli anni dal coro fu l’acquisto, nel 1948, dell’organo della chiesa parrocchiale (strumento sostituito da un nuovo organo Mascioni nel 2009). Il concerto inaugurale fu tenuto il 17 ottobre dal maestro Luigi Picchi, organista del Duomo di Como.

  • apr 18 / 2014
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A proposito della nostra denominazione

A proposito della nostra denominazione

Il nostro coro non ha sempre avuto la denominazione attuale. Inizialmente indicato con “Corale Giubiaschese” o “Corale parrocchiale”, è soltanto nel 1941 che appare per la prima volta l’espressione “Corale Concordia”.

Una piccola ricerca sulle origini di questo nome deve soddisfare una doppia curiosità: perché si era scelta questa denominazione e perché si decideva di scegliersi un nome proprio in quel periodo? La risposta alla prima domanda è abbastanza semplice. Il nome “Concordia” derivava dall’appartenenza dei cantori di quel tempo al Circolo Cattolico Maschile della parrocchia, che portava la stessa denominazione. Il Circolo era però attivo già dal 1919 e la presenza di una corale maschile che condecorava le funzioni religiose è più volte citata nei verbali delle riunioni del Circolo già dalla sua fondazione, senza che tuttavia si sentisse l’esigenza di una designazione rigorosa e precisa. Possiamo quindi far risalire la nuova denominazione a una proposta del comitato del Circolo maschile che nel 1941 indicava fra gli obiettivi per l’anno seguente:

Trasformazione del Circolo in tante sezioni, sull’esempio di altri, come Bellinzona: le sezioni sono apostolato – sport – filodrammatica – esploratori – aspiranti – corale.
Tutti i membri del Comitato devono far parte della sezione apostolato. Ogni sezione nominerà un suo delegato in seno al Comitato.
(Dai verbali del Circolo Cattolico Maschile Concordia del 14.2.1941)

Il rapporto presidenziale dello stesso anno cita, infatti, per la prima volta la “Corale Concordia”, denominazione che apparirà sul bollettino parrocchiale nel 1944.
Ma perché proprio allora? Alcuni elementi ci permettono di formulare qualche ipotesi. Nasceva in quegli anni (1934) a Giubiasco un’altra società di canto, la “Canterina”, che si poneva quale antagonista del coro parrocchiale. Leggiamo, infatti, nel Rapporto presidenziale del 1938 del Circolo:

Non dobbiamo essere inferiori ai nostri avversari nelle istituzioni sia di canto che altre. E perché dobbiamo rinunciare a questo, quando con un po’ di buona volontà possiamo formare una corale che sia tra le prime del Cantone?

Risale inoltre a questo periodo anche l’attività concertistica, non legata agli avvenimenti prettamente liturgici. Si sente così, forse, la necessità di affermarsi e di profilarsi anche quale alternativa all’altro coro del borgo. La designazione scelta non fa che identificare e connotare l’origine e gli orientamenti cattolici della “Concordia”.

Nel dicembre 1991 il coro si presenta, infine, per la prima volta con l’attuale nome “Cantoria di Giubiasco”. La precedente denominazione, infatti, non era più ritenuta adatta, poiché espressione di un diverso modo di sentire la vita sociale di quegli anni e di concepire il canto, soprattutto il canto sacro.

  • apr 18 / 2014
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La ripresa degli anni '70

La ripresa degli anni ’70

Dopo un periodo di stasi, in seguito alla scomparsa del presidente e direttore Pietro Melera, la Corale Concordia riprende l’attività verso la metà degli anni ’70.

Questa ripresa, sotto la direzione di Michele Beltrametti e con la collaborazione di Alvaro Stoppa quale organista, porta alcune novità rispetto al passato.

Il coro si orienterà definitivamente verso il canto sacro, cui la Chiesa riconosce ufficialmente un compito ministeriale nel servizio divino e, per la prima volta dopo qualche anno di silenzio, assicura la sua presenza a una celebrazione liturgica in occasione del Natale 1976.

Con il nuovo orientamento si abbandona il repertorio operistico, ormai non più consono alla tradizione delle corali dilettanti. E’ forse interessante notare come l’esecuzione di brani tratti da opere liriche sia invece rimasta ancora a lungo una costante delle formazioni bandistiche.

Da questo momento il coro parteciperà con regolarità alla vita parrocchiale e all’evoluzione delle esigenze della liturgia in lingua italiana. Infatti, oltre alla riproposta di alcune pagine del repertorio di Pietro Melera, i coristi si dedicano all’apprendimento di nuovi brani.

Questa attività regolare è resa possibile grazie alla ristrutturazione della società, che con la ricostituzione di un comitato può operare una ripartizione dei compiti e assicurare la continuità del lavoro.

Con l’assunzione della direzione da parte di Michele Tamagni nel 1982, il coro prende un nuovo indirizzo, volgendo la sua attività verso due direzioni, evidenziate dallo statuto sociale. Da un lato partecipa all’animazione liturgica a livello parrocchiale e diocesano, dall’altro si dedica allo studio di opere del repertorio sacro, proponendole al pubblico in occasione di numerosi concerti, elevazioni spirituali, sacre rappresentazioni o attraverso registrazioni discografiche. Collabora regolarmente con la Radiotelevisione svizzera assicurando l’animazione di celebrazioni radio o telediffuse, alcune delle quali trasmesse a livello nazionale o in eurovisione.

  • lug 23 / 2014
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L'ultimo ventennio

L’ultimo ventennio

Nell’ultimo ventennio l’attività del coro è stata particolarmente intensa. Infatti, datano di questi anni le registrazioni discografiche della raccolta antologica delle composizioni di PierAngelo Sequeri (Bello è il Verbo, 2003; Ma com’è Dio?, 2011) per conto della Rugginenti Editore di Milano, una delle maggiori case discografiche italiane nell’ambito della musica sacra, e il contributo dato alla  riattualizzazione del genere della Sacra Rappresentazione, in stretta collaborazione con il compianto Padre Callisto Caldelari e la sua Comunità della Chiesa del Sacro Cuore di Bellinzona. Ben otto sono stati gli allestimenti proposti: Il giusto che non voleva soffrire senza sapere il perché (2007), Il “nostro” Francesco (2008), Il Cantico di Frate Sole (2010), Perché forte come la morte è l’amore (2013), La festa del perdono, oggi (2014), Nicolao della Flüe: santo di ieri – coscienza critica di oggi (2017), Incanto francescano (2018) e, infine, Giobbe: il mistero della sofferenza (2023).

Meritevoli di segnalazione sono pure le collaborazioni con l’Associazione Biblica della Svizzera Italiana (Meditazione della Passione secondo Giovanni, 2008; Dalle lettere paoline alla musica della vita, 2009) e con l’Orchestra Esagramma di Milano (La Grande Porta – Concerto sinfonico, 2005; L’insopportabile silenzio di Dio, 2007). Quest’ultima è una splendida realtà concepita e voluta da PierAngelo Sequeri in cui si offrono, attraverso un importante lavoro di musicoterapia orchestrale, considerevoli opportunità di sviluppo a persone che soffrono di disagio psichico e mentale.

Non sono nemmeno mancati i contributi ad alcune iniziative promosse dalla Commissione diocesana di musica sacra quali le celebrazioni per il terzo centenario della morte di Francesco Spagnoli Rusca (163?-1704), di cui la registrazione discografica del Vespro in onore di San Fedele (Rugginenti Editore, 2004), o la commemorazione dell’anniversario della morte di Luigi Picchi (1899-1970), con la partecipazione alla registrazione del CD Picchi: opere corali e organistiche (Carrara, 2013).

Questa rete di contatti e di relazioni ha permesso al coro di potersi far apprezzare non soltanto localmente, ma anche nella vicina penisola. Assisi, Como, Firenze, Milano, Palermo e Roma sono le città italiane in cui si è esibito recentemente. In occasione della presenza a Roma nel novembre del 2010, il coro è stato insignito, unitamente al Gruppo Sacre Rappresentazioni della Comunità del Sacro Cuore di Bellinzona, del premio “Pax et Bonum 2010″ per l’opera di diffusione del messaggio francescano attraverso il canto e la recitazione.

Infine, non sono mancate le occasioni in cui la Cantoria di Giubiasco ha sostenuto diverse associazioni umanitarie in occasione di esibizioni o concerti, raccogliendo fondi per i loro progetti: solo in questi ultimi anni sono stati devoluti poco meno di 40’000 franchi.